Unica soluzione, trascorse le fatidiche due settimane dalla data presunta del parto: indurre le contrazioni.
Mi ricoverano la mattina del 1° agosto, ecografia di controllo e inserimento in vagina della prima dose di gel per stimolare le contrazioni uterine. Qualche dolorino, poi più nulla. L'applicazione del gel verrà ripetuta, mi pare, circa 6 ore dopo (ma la memoria potrebbe ingannarmi!). Mi sento virtuosa: inutile stare in due per una giornata intera in ospedale. Sarei tornata volentieri a casa io, lasciando mio marito ad occupare il mio letto in corsia, ma sono generosa e lo mando a casa a riposare. Alle cinque del pomeriggio viene ripetuta l'applicazione del gel: questa volta i dolori si fanno un po' più forti..e sono tutti dorsali...ma verso le 18 è di nuovo calma piatta. Mi illudo che la prossima somministrazione sia quella decisiva. Faccio due conti: 17+6=23, verso le undici di sera ripeteranno la somministrazione del gel e sono certa che sarà la volta buona. Ma verso le 21 arriva il mio ginecologo che mi dice di stare tranquilla e di prepararmi ad un "buon sonno ristoratore", perché durante la notte non mi verrà somministrato proprio nulla. Tutto l'iter ricomincerà il mattino dopo e, se anche all'indomani non ci saranno sviluppi, si opterà eventualmente per il cesareo.
Ma quale "sonno ristoratore"?? Io che speravo di cavarmela in fretta! Si prospettavano invece tre giorni di ricovero ospedaliero PRE-parto! Vagamente abbacchiata, ricevo la visita della quasi-nonna (mia mamma) e di mio marito che, persona dolcissima, vorrebbe addirittura farmi compagnia durante la notte: rimando a casa entrambi dicendo che sono stanca e preferisco dormire, che ora non ha senso scomodare nessuno di loro e che avrò sicuramente più bisogno nei giorni a seguire. Baci e abbracci e se ne vanno.
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